Elogio di un Santo

Mitico. Walter sei un mito. Hanno ragione i camerati che ieri notte, con le croci celtiche e le braccia tesa al saluto romano, appena tre giorni dopo che l’Italia ha festeggiata la liberazione dal fascismo (così giusto per capire che umore tira…), hanno esibito un beffardo slogan: “Veltroni santo subito”. D’altronde è riuscito nel miracolo. “Con le primarie ha fatto cadere il governo Prodi. Con le politiche ha cacciato i comunisti dal Parlamento. Candidando Rutelli ha perso Roma”. Quello slogan è una perfetta analisi della sua ascesa (o discesa) politica. Certo, un’analisi striminzita, semplice, ma con un messaggio forte. D’altronde si trattava di uno slogan: di quelli che piacciono tanto a te, caro San Walter.

Eccolo qua il mito, appena promosso come nuovo Santo, della politica italiana. E del centrosinistra. Quello del “We can” e del “I care” di qualche anno fa (se non detti in inglese, pare che i suoi slogan non sortiscano l’effetto sperato) . Lui sì, che ne sa. Caspita se ne sa. È un avanguardista, un apripista, uno moderno (più probabilmente postmoderno, cioè privo di fondamenta, disancorato e senza grandi ideali ad illuminare le sue buie idee).

San Walter è quello che non nominava mai Silvio durante la campagna elettorale (ma tramava, sperando in un pareggio, con il pregiudicato avversario) e si limitava al “principale esponente dello schieramento a noi avverso”, così giusto per crearli un altro po’ di suadente mistero intorno. San Walter è quello che si è schierato più contro la sinistra che contro il suo avversario, che non ha mai difeso l’operato del suo governo, seguendo la destra nell’opera di demonizzazione, che ha fatto cadere il governo, quando stava per ridistribuire il tesoretto, dopo due anni di sacrifici e malcontento. Ora quel tesoretto e il risanamento, se lo godrà il centrodestra e con le loro televisioni ci convinceranno che è merito loro. Mitico Walter. Hai dato la caccia alla sinistra, l’hai affossata per inseguire il bel Pierfendi al centro e ora ti ritrovi con un pugno di mosche bianche in mano. Mentre quelle nere ronzolano, tanto da infettare la capitale…

E scusami tanto: basta con questo “siamo un grande partito riformista”, “abbiamo un terzo dell’elettorato con noi”. Basta. La Dc viaggiava su questi numeri da sempre, da quando il fascismo è crollato. La somma dei voti dei DS e della Margherita è superiore a quella del PD: si è scesi sotto il 35%, soglia che avevi definito critica. Dove è il vostro successo? L’aver annientato la sinistra? È un successo per te? Se è così allora taccio. Allora ho perso qualcosa.

Si vince a sinistra, San Walter. Si vince quando si danno risposte concrete, quando si è coerenti e radicati nel territorio. Tu voi fa l’americano. L’Italia non è come la tua America: il bipartitismo non regge da noi, e Gorge Clooney non fa acquistare voti. È vero vi è una semplificazione del quadro politico, meno partiti. Siete un partito riformista (a proposito che diamine significa? E siete sicuri che è questo quello che interessa alla gente?) E con questo? Avete risolto i problemi del paese? Secondo te (scusami se ti do del tu, ma con la tua faccia da prete da non riesco a darti del lei) il principale problema della gente era l’aver costruito un partito nuovo (?), riformista (ovviamente) e aver preso un bel loft a Roma?

Guarda Vicenza: il centrosinistra ha vinto con un programma di sinistra: fuori i tuoi americani. Guarda Massa, tra sinistra arcobaleno (anche se il candidato era un ex diessino, ma è stato scelto dal basso e non imposto dall’alto) e PD ha vinto il primo. A Roma ben 60.000 persone che hanno votato Zingaretti non hanno votato Cardinal Rutelli: forse perché la sinistra non lo reputava interessante?

L’Italia è un paese di poeti, navigatori e Santi. Sui primi due taccio. Per ora. La schiera dei santi, invece, vede annoverare tra le proprie file, un nuovo avanguardista, che sono sicuro porterà avanti la sua rivoluzione. Anche lassù, oltre gli sguardi indiscreti. La gente lo capirà. San Walter sei tutti noi.

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4 thoughts on “Elogio di un Santo

  1. Scrivo al volo un commento sulla disfatta romana. Data la velocità di esecuzione mi esprimerò per punti. Gli errori sono talmente tanti che l’elenco occorrerà di un aggiornamento. 1) Alle politiche il PD va da solo e alle amministrative in coalizione: dov’è la coerenza?. 2) Si parla sempre del PD come partito della partecipazione poi, nelle segrete del loft, in un paio di persone decidono che Rutelli è il candidato: dov’è la partecipazione dei militanti e della città nella scelta del candidato? 3) Rutelli, Rutelli, Veltroni, Veltroni…solo dei geni potevano tornare allo schema di 15 anni fa: dov’è la discontinuità e il rinnovamento? 4) Dove stava scritto che le scelte moderate di Rutelli in tema di diritti civili, a Roma dove il papa è anche vescovo, avrebbero pagato elettoralmente? 4) Continua a rimbalzarmi in testa la parodia di Rutelli fatta da Corrado Guzzanti, la voce alla Alberto Sordi: mi sa che mi vien da ridere. 5) 60.000 romani hanno scelto l’accoppiata Zingaretti/Alemanno, lasciando a piedi Franceschiello. Mi sa che c’è un pò di rivinciata dalemiana in quel voto: che il leader Massimo non abbia voluto far pagare a Rutelli gli ostacoli frapposti per la Presidenza della Repubblica? 6) A nessuno è venuto in mente che Rutelli fosse “impresentabile”? 7) Ora mi aspetto almeno che Cicciobello non venga premiato, dopo la sconfitta, con un ruolo di maggior prestigio all’interno del Partito Democratico: mi aspettavo dimissioni, discontinuità, rinnovamento: qui è tutto uguale a sempre. Anzi, peggio. Ulteriori aggiornamenti prossimamente, dal Pianeta del Disastro chiamato PD.
    http://emilianodeiana74.blogspot.com

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  2. Eleonora

    La rete, fonte inesauribile di sorprese! Sono contenta di aver trovato casualmente il tuo blog e mi voglio congratulare con te, è davvero interessante. Meno carino reputo il post che hai dedicato a Veltroni e per questo vorrei aggiungere il mio umile commento. La prima reazione che ho avuto leggendolo è stata: eccola! ecco l’ostinazione (ai limiti dell’ossessione) di cercare un capro espiatorio delle disfatte e delle sconfitte inanellate da questa nostra sinistra, prostrata dagli ultimi risultati elettorali, sempre in cerca di slogan e di rese dei conti. Mi spiace, ma nonostante anche la sottoscritta si aggiri tuttora incredula e stralunata per le strade della Capitale, nonchè nei pressi dei palazzacci del potere, non riesco a comprendere il perchè della solita mancanza di lucidità nell’analizzare dei risultati che vanno molto al di là dei dati regione per regione o delle dinamiche dei flussi elettorali o, peggio, dell'”impresentabilità” di un candidato; credo che presentare il conto a Walter Veltroni sia davvero troppo semplice, riduttivo e persino pericoloso, perchè significa ascrivere un insuccesso CORALE alla solita retorica dell’autoassoluzione senza se e senza ma che, a mio parere, è il vero cancro della nostra classe politica di riferimento e di noi elettori di centro-sinistra. Veltroni ha fatto la scelta giusta, l’ha fatta con coraggio, l’ha fatta illudendosi di avere di fronte delle persone in grado di comprendere il messaggio di modernità che cercava di trasmettere. D’altronde ha avuto un riscontro enorme in tutte le piazze del nostro “povero” paese, era sotto gli occhi di tutti, ma non è bastato. Ha senza dubbio sopravvalutato il popolo italiano e sottovalutato la pesante strumentalizzazione che è stata fatta dell’infelice esperienza del Governo Prodi. Infelice non perchè Prodi non sia stato “capace” – ricordiamoci che è stato l’unico in grado di battere per ben 2 volte “Sua Emittenza” – ma perchè si è dovuto smazzare per 20 mesi una coalizione ridicola, in cui a giorni alterni i “compagni” e i “mastelliani/diniani” ne minavano la solidità. Loro si che minavano a “picconate” le fondamenta del fu governo, altro che Walter santo subito! Un po’ di sana memoria storica, please. Veltroni ha rischiato, sta tuttora seriamente rischiando di “bruciarsi” e teniamo bene a mente che al momento è l’unico, l’UNICO, in grado di guidare il nuovo centro-sinistra. Guai a metterne in discussione la leadership (scelta peraltro da 3 milioni e mezzo di persone) o ci condanneremo all’opposizione per i prossimi 20 anni. Il PD ha tanto da lavorare, queste sono ore febbrili, giornate convulse, ma io vivo nella speranza che queste “Caporetto” saranno il punto di partenza per un bel bagno di umiltà che servirà a tutti. Compagni e meno compagni. Magari ricominciare a “sporcarsi le mani” tra la gente, andare fuori dalle fabbriche, tra i giovani, a parlare una lingua più comprensibile (anche per l’analfabeta) potrebbe essere un’idea. No? Magari capire come riprendersi l’elettorato storico che ha votato LEGA sarebbe parimenti un ottimo inizio, no?
    La strada è lunga e impervia ma io voglio essere ottimista.
    Lungi da me ogni intento polemico, semplice sfogo!
    Un caro saluto,
    Eleonora

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  3. mragnedda

    Ciao Eleonora, mi ha fatto molto piacere ritrovarti da queste parti, in questa fonte inesauribile di sorprese, come tu hai giustamente definito la rete. Complimenti per il tuo commento: l’ho trovato molto interessante, intelligente e sopratutto ben scritto. Anche se ovviamente non condivido tutto quello che hai scritto. Di questo avremo modo di parlarne face to face, quando passerai in carne ed ossa in quel piccolo paesino inerpicato nei colli granitici. Permettimi, però, di replicare molto brevemente al tuo commento: io non cerco un capro espiatorio. Le colpe la sinistra ce l’ha (parlo del cosiddetto arcobaleno) e come se ce l’ha. Ma Veltroni ha sbagliato a forzare il governo, a farlo indirettamente cadere, a rifiutare l’alleanza con la sinistra, a fare una campagna morbida più rivolta a catturare l’elettorato di sinistra che a contrastare il principale esponente dello schieramento a lui avversario. Soprattutto sbaglia quando dice, cosa oramai diffusa e consolidata nel bel paese, che a far cadere il governo sia stata la sinistra: il motivo per cui SA ha perso tanti voti e perché per due anni sono stati in silenzio ed hanno subito, pur di non far cadere il governo, una politica centrista che non rispettava gli accordi presi. Quando rifondazione alzava le voci lo faceva solo per far rispettare gli accordi presi in campagna elettorale. Quegli accordi contenevano le promesse fatte al proprio elettorato, che è rimasto deluso proprio perché quelle promesse non sono state mantenute. Quindi altro che colpe verso la coalizione: rifondazione ha colpe solo contro il suo elettorato, e per questo è stato punito. San Walter lo sa, anche se con il suo buonismo fa tutto per nasconderlo.

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