In questa foto c’è tutta l’ipocrisia occidentale. Kerry, ora ministro degli esteri del pacifista Obama, dichiara guerra alla Siria senza aspettare le prove degli ispettori e senza il mandato dell’ONU. Lo stesso Kerry quattro anni fa esaltava le capacità da statista e l’importanza per la democrazia dell’amico Assad. Così fu per Saddam: nel 1988 gli Stati Uniti coprirono l’attacco chimico di Saddam che uccise più di 5000 persone, nel nord dell’Iraq. In quegli anni Saddam era di casa negli Stati Uniti perché serviva i loro interessi. Ma un dittatore non è un diamante: non è per sempre. E così, dopo qualche anno, Saddam fu dichiarato nemico e dunque rimosso. Stessa cosa con il colonnello Gheddafi: amico dell’Occidente (tranne qualche scaramuccia con gli USA), invitato ovunque nel mondo e dopo qualche mese spazzato via, consegnando la Libia al caos più totale e preda di bande di terroristi islamici. Pensate a tutti i dittatori delle monarchie arabe: sin quando saranno utili agli Stati Uniti, i loro crimini e il loro disprezzo per i diritti umani (pensate all’Arabia Saudita, una delle peggiori dittature al mondo) saranno un dettaglio che non comparirà nei nostri giornali. Quando, invece, i dittatori e monarchi non serviranno più agli interessi statunitensi diventeranno i mostri da sbattere in prima pagina, da odiare e, come naturale conseguenza, da bombardare. Ora è il turno della Siria.
E’ proprio così: ogni dichiarazione politica è sempre funzionale a uno scopo che non viene dichiarato. Aveva ragione il grande Walter Lippmann: siamo immersi in uno pseudo-ambiente che i politici modellano e aggiornano di continuo.
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