Massimo Ragnedda (Tiscali) Che tristezza quel patetico discorso televisivo (stile sovietico) di un condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione per aver truffato lo Stato. Che tristezza, ma in fondo che aspettarsi: è da venti anni, oramai, che si ripete sempre lo stesso copione e viene recitata sempre la stessa storia. Stesso discorso, stesse bugie, stessi insulti e stesse minacce. In fondo che aspettarsi da un quasi ottantenne pregiudicato, oramai sulla via del tramonto? Un vero flop. Tecnicamente parlando è stato un flop: poca enfasi, un discorso noioso, cupo e molto, ma molto patetico. Un dicorso che l’alleato leader del PD ha definito: sconcertante, irresponsabile e offensivo.
A dire il vero io non mi sento tanto offeso da un vecchio pregiudicato che in TV insulta lo stato di diritto, le istituzioni, gli elettori di sinistra e offende l’intelligenza di milioni di italiani con la sua puerile e falsa versione dei fatti. Io non ce l’ho tanto con la sua patetica autodifesa piena di bugie e contraddizioni, di luoghi comuni e slogan alla Vanna Marchi. No, io ce l’ho, e non perdonerò mai, quei dirigenti del centrosinistra che per 20 lunghisssimi anni lo hanno appoggiato, prima in maniera celata per poi, negli ultimi due anni, venire allo scoperto e fare, assieme a lui, ben due governi. Ha ragione una delle figlie del pregiudicato quando dice: “ma se la sinistra pensa [in realtà è la legge che lo dice] che mio padre sia un delinquente, perché ha fatto con lui due governi?” Già, perché?
Io, a dirla tutta, ce l’ho con il presidente della Repubblica italiana che ha imposto questi accordi e si è fatto rieleggere. Probabilmente il peggior presidente della Repubblica che l’Italia abbia mai avuto. Sicuramente uno dei più misteriosi. Perché misteriose sono le ragioni della sua rielezione, misterioso è l’aver imposto Monti agli italiani e misterioso è aver imposto questo governo delle larghe intese o del grande inciucio. Io ce l’ho con tutti quei deputati e senatori del Pd che in questi anni hanno piegato la schiena e tradito il loro mandato elettorale, stracciando il patto siglato con gli elettori. Ecco, io mi sento offeso dall’atteggiamento complice di alcuni dirigenti del PD che ancora permettono tutto questo.
Ma in quale altro paese al mondo è concesso ad un truffatore dello Stato, condannato in via definitiva, di mandare un videomessaggio di 16 minuti? In quale paese al mondo è concesso ad un pregiudicato di offendere pubblicamente le istituzioni, di avvelenare il clima politico e di fare discorsi eversivi? Ha insultato un pezzo dello Stato, i suoi alleati di governo (che misteriosamente si lasciano insultare), gli elettori del centrosinistra e riempito il suo misero discorso di banalità e falsità. Falsità, come la storia dei 50 processi, quando in realtà sono 18 di cui 14 conclusi e uno con una condanna definitiva a 4 anni di carcere (mentre ancora siede in Senato). In un solo processo è stato assolto con furmala piena, mentre negli altri 12 processi ha avuto due assoluzioni con “formula dubitativa” e in 10 è stato “assolto” perché ha cambiato le regole in corsa. Ovvero ha usato la sua posizione di primo ministro per cambiare la legge ed evitare la condanna. Così anche Totò Riina si sarebbe salvato.
Sono le cosiddette leggi ad personam, il vero abominio del suo ventennio. Uno stato stuprato, un parlamento ridotto a legiferare per salvarlo dal carcere, un intero paese piegato ai suoi personali interessi. Ancora ci sono altri 4 processi in corso e in due di questi ha già subito una condanna in primo grado, di cui una per prostituzione minorile. Ma tutto questo non lo scopriamo di certo oggi. Tutto questo lo si sapeva quando Napolitano ha imposto le cosiddette larghe intese. Tutto questo lo sapevano i vari Letta, D’Alema, Bersani, Fioroni e Franceschini. Lo sapevano, eppure ancora una volta si sono piegati al volere di un pregiudicato. Eppure, ancora una volta, siamo qui a parlare dei guai giudiziari di una condannato e non dei problemi reali degli italiani.
Mi chiedo, quindi, se davvero ne vale la pena. Dico, tutto questo marciume, questi continui ricatti di un pregiudicato, questo tenere in ostaggio in Paese per i suoi capricci e tornaconti personali. Chiedo, a chi ha imposto le larghe intese, ma davvero ne vale la pena, pur di mantenere in vita questo governo, subire tutto questo? Fosse almeno un governo all’altezza delle aspettative, fosse almeno un governo del fare, fosse almeno un governo che sa prendersi una responsabilità e concludere qualcosa. Fosse almeno quello. Invece è buio pesto, un governicchio che non ha affrontato nemmeno una emergenza sociale. Nemmeno una.
Riuscirà, almeno oggi, il PD a capire che il pregiudicato sta già facendo campagna elettorale alle loro spalle? Riuscirà il PD a capire che il pregiudicato si prenderà i meriti di aver tolto l’IMU (dopo averla voluta e votata quando era al governo con Monti) e addosserà le colpe di un eventuale aumento dell’IVA al PD? Riuscirà il PD a capire che il pregiudicato starà al governo sino a quando gli conviene, ovvero sino a quando riuscirà a fare una lunga ed estenuante campagna elettorale che gli permetterà di risalire nei sondaggi?
Riuscirà il PD, dopo 20 anni, a capire che il pregiudicato si sta prendendo gioco di loro e, cosa assai più grave, dell’intero Paese?