“Da dove viene l’impunità che permette a Israele di portare avanti la mattanza a Gaza?” Se lo chiede, sono sue le parole, Eduardo Galeano, una delle personalità più autorevoli e stimate della letteratura latinoamericana. Ce lo chiediamo un po’ tutti, visto il massacro di civili innocenti nella Striscia di Gaza. Massacro che va avanti da settimane e che ha ucciso, sinora, migliaia di persone, la stragrande maggioranza delle quali, secondo l’ONU, sono civili innocenti. Israele bombarda indiscriminatamente centri abitati che, ricordo, sono i più popolati al mondo, incurante del fatto che sotto quei tetti vivono decine e decine di persone, donne e bambini innocenti che non sanno e non possono fuggire.
Chi ha regalato ad Israele, si chiede sempre Galeano, il diritto di negare i diritti di altri? Chi ha dato ad Israele il diritto di massacrare donne e bambini, non rispettare le risoluzioni ONU (sono più di 60 le risoluzioni ONU mai rispettate da Israele), occupare illegalmente territori che di diritto aspettano ad altri (dal Golan che appartiene alla Siria, alla Cisgiordania che appartiene alla Palestina) e lanciare su centri abitati bombe al fosforo bianco proibite dalla Convenzione di Ginevra? Chi ha dato ad Israele il diritto di uccidere, impunemente, centinai di bambini e mutilarne migliaia? Chi ha dato ad Israele il diritto di chiudere nella prigione della Striscia di gaza 1,8 milioni di persone? Chi può concedere questo diritto? Bombardare scuole dell’ONU, bombardare ospedali, bombardare l’unica stazione che rifornisce energia elettrica al popolo di Gaza: chi può autorizzare questa mattanza? Chi mai può concedere questo diritto? Chi mai può arrogarsi questo diritto di negare ad un intero popolo il diritto di esistere? Il fatto che in passato gli ebrei siano stati perseguitati non è un lascia passare per tutti i crimini futuri. Perché ad Israele tutto è permesso?
Delle volte è molto difficile criticare Israele per paura di essere accusati di antisemitismo. Ma questa è una volgare e offensiva scusa, un modo per liquidare la discussione e assolvere i crimini israeliani. È difficile criticare Israele, poiché è tanta la paura di essere bollati di antisemitismo. È un’infamia intollerabile sopratutto per chi, come me, ha sempre difeso il diritto di Israele ad esistere e sentirsi sicuri. È un’infamia che offende la storia e le ragioni degli israeliani. È un’infamia dalla quale, per fortuna, molti ebrei prendono le distanze. Ma riconosco anche che dietro l’antisionismo (cosa ben diversa dall’antisemitismo) vi sia un crescendo di antisemitismo, un ritorno all’odio razziale e religioso. Riconosco che una parte della sinistra italiana ed europea sta degenerando nell’antisemitismo. Lo riconosco. Ma un intellettuale deve saper criticare i crimini israeliani, come quelli italiani, francesi, inglesi, cinesi e russi, senza scadere nell’antisemitismo. Un intellettuale non deve ridursi all’autocensura perché ha paura di essere accusato di antisemitismo da fanatici filo-israeliani che credono di essere al di sopra della legge internazionale. Nessuno lo è. Neanche Israele. Non si deve essere ostaggio di questa paura e, pena la complicità, bisogna gridare ad alta voce questo massacro e condannare, senza sé e senza ma, la mattanza israeliana a Gaza. Niente e nessuno può giustificare il massacro di centinaia di bambini. E non mi importa se a morire sono palestinesi, israeliani, afgani, italiani o russi: sono bambini. Nessuno, ma proprio nessuno, ha il diritto di uccidere impunemente bambini e civili innocenti. Israele, piaccia o non piaccia, sta uccidendo senza pietà bambini (si calcola che il 30% delle vittime siano bambini) rei di giocare nella prigione di Gaza. E denunciare questo crimine contro l’umanità non significa essere antisemiti, accusa che respingo indignato al mittente, ma è semplicemente sentirsi essere umani. E sino a quando avrò fiato in gola denuncerò questi crimini incurante delle volgari, stupide e offensive accuse di antisemitismo, fatte in malafede da chi cerca di coprire questa mattanza.