Stefano era un ragazzo di 31 anni. Un ragazzo come tanti. Un ragazzo con problemi di tossicodipendenza alle spalle. Un ragazzo arrestato per possesso di qualche grammo di hashish e tre dosi di cocaina. Stefano è stato messo in custodia cautelare e processato per direttissima. Stefano morì 7 giorni dopo. Le immagini non lasciano spazio ad equivoci: è stato massacrato di botte. Lo testimoniano, oltre le foto, anche diverse persone che hanno visto le guardie “cercargli l’anima a forza di botte”, per citare il buon De André. Stefano è morto perché, secondo l’accusa, 3 medici si sarebbero rifiutati di curarlo. Stefano è morto nella vergogna delle carceri italiane. È morto per la violenza dello Stato sul suo corpo, è morto perché lasciato morire da medici che, tempo addietro, avevano giurato di prendersi cura dei malati e bisognosi. Stefano aveva bisogno di cure dopo essere stato massacrato. Nessuno pagherà per la morte di un ragazzo di 30 anni o poco più. Non pagheranno i medici che, secondo l’accusa, lo hanno lasciato morire; non pagheranno le guardie che, secondo l’accusa, lo hanno massacrato di botte; non pagherà nessuno perché Stefano non era un corruttore di giudici, un politico corrotto, un mafioso dal colletto bianco, un banchiere che ha mandato in rovina migliaia di famiglie. Per questo nessuno pagherà. Perché Stefano era un ragazzo come tanti. Un ragazzo debole e con i deboli lo Stato non ha pietà. Fosse stato un corruttore di giudici, un evasore, un corrotto lo avrebbero premiato. Ma Stefano era un ragazzo come tanti e per questo nessuno pagherà. Nessun colpevole per il massacro di un ragazzo di 31 anni. L’udienza è tolta, Vostro Onore.